giovedì 4 dicembre 2008

L'ISTANTE secondo Marco Aurelio


CECILIA BONETTI: Adesso le riporto quello che ho trovato.
Da "A sè stesso", Marco Aurelio Antonino
LIBRO SECONDO : 14 "L'istante"



Anche nell'ipotesi che tu debba vivere anni tremila
e altrettanti anni diecimila, in ogni modo ricordati d'una cosa:
nessuno perde una vita diversa da quella che in quell'istante egli ha;
nè altra vita vive se non quella che in quell'istante perde.
A egual punto dunque perviene una vita lunghissima e una vita del
tutto breve. Vedi che il presente è per tutti uguale,
ciò che via via si allontana non è più nostro, e il tempo che via via
trascorre è istante brevissimo.
Infatti non si può perdere il tempo trascorso e nemmeno
il tempo futuro; come sarebbe possibile che ci venisse tolto ciò
che non si ha?
Insomma di questi due fatti bisogna tener vivo il ricordo:
il primo, che tutto perennemente è sempre d'un solo aspetto,
e che s'aggira quasi in un cerchio e che non fa differenza in nulla
se si dovranno vedere le medesime cose per cento, duecento anni,
oppure per un tempo che sia senza limiti.
Secondo fatto: chi muore carico d'anni e chi muore subito perde la stessa cosa.
Vedi bene che solo l'istante presente è quello di cui l'uomo dovrà sentire privazione;
effettivamente egli solo questo ha e ciò che non si ha,
non si può perdere.